Non di una collezione, in cui lo sguardo con
diletto si arresti sui capi d'opera di Raffael-
lo, di Correggio o di Tiziano, o su quelli
del greco-italo scalpello, ma bensì di un'am-
masso d'aride ossa trattenerti io penso, caro
e celebre amico, nel presente mio opuscolo,
descrivendoti la collezione di crani umani di
una gran parte di Nazioni esistenti, collezione
unica di tale specie, ed in grazia dell'urbanità
dell'illustre suo Possessore da me ripetutamente
osservata durante il mio soggiorno a Gottinga
nel 1807.
Ignorando, che sovente sono le idee più
semplici quelle che sfuggono alle imagini dei
Dotti, difficilmente si comprenderebbe come per
una sì lunga serie di lustri mai siasi arrestata
l'attenzione dei Fisici sullo studio naturale dell'
uomo, e che mentre in Europa si osservavano
di ricche collezioni di quadrupedi, di rettili,
di pesci, e d'insetti, mentre i Naturalisti illu-
stravano ogni ramo della loro scienza, e con
ardore sì applicavano a penetrare gli arcani più
[Seite 46] occulti, dissecando, analizzando, e classifican-
do le varie specie de' più minuti insetti, men-
tre, cioè, l'Ornitologia, l'Ictiologia, l'Entomo-
logia ec. riconoscevano i rapidi loro progressi
dai lumi che in esse portavano le opere dei
Gessner, degli Aldovrandi, dei Ray, dei Re-
di, dei Johnson, dei Linneì, e dei Lion-
net, l'uomo solo sia fuggito ali' esame loro sot-
to il rapporto di primo anello della serie degli
esseri esistenti, e più sotto il dominio parzia-
le dell' Anatomico e del Metafisico, meno sot-
to quello del Naturalista siasi sì lungamen-
te trascurato di considerare e paragonare fra
loro i rapporti or uniformi, or variati delle di-
verse specie del genere umano, le quali tutte,
essenzialmente simili ed eguali, pure differi-
scono fra loro per alcune sensibili gradazioni,
e distintivi caratteri nazionali. –
Blumenbach, cui tanto deggiono le scienze
fisiche, riflettendo a questo vuoto, né punto
soddisfatto dei tentativi, che non già un Natu-
ralista, ma un Mattematico di Upsal, Aral-
do Wallerio
(1), e l'Amburghese Giov. Al-
berto Fabricio
(2) fatto avevano per riempir-
[Seite 47] lo, ebbe il coraggio di occuparsene in un' età,
in cui ordinariamente si è lungi dal comporre
opere classiche, in occasione, cioè, di scri-
vere la dissertazione per la sua Laurea, scopo
cui luminosamente soddisfece con l'erudita ope-
ra – De generis humani varietate nativa –
Durante questo lavoro conobbe, che per assicu-
rare e determinare le varie differenze che si
osservano nella struttura fisica del corpo uma-
no non bastavano le descrizioni dei Viaggiatori
or fallaci, or esagerate, or dubbie, ma che
nella natura stessa dovevasi ricercarne la con-
ferma, e siccome – Craniorum inquam quibus
ad gentilitias varietates distinguendas et de-
finiendas nulla alia humani corporis pars a-
ptior videtur, cum caput osseum (praeterquam
quod animae domicilium et officina, imo vero
interpres quasi et explanator ejus sit, utpote
universae physiognomiae basim et firmamen-
tum constituens) stabilitati suae maximam con-
formationis et partium relativae proportionis
varietatem junctam habeat, unde characteres
nationum certissimas desumere licet. – come
Blumenbach si esprime nella prima delle sue
Decadi Craniorum diversarum gentium, egli
non ommise spesa o ricerca alcuna per procu-
rarsi alcuni crani delle nazioni principali esi-
stenti. Principiando semplicemente da quelli di
un Nero, e di un Indiano del Nord America
regalatogli dal Professor Michaelis, e da quelli
di un Calmucco, e di un Tartaro speditigli da
Pietroburgo dal Barone de Asch, è arrivato me-
diante le continue successive sue premure, e
[Seite 48] mediante i numerosi dotti suoi Corrispondenti(1)
a riunire insieme fino al giorno presente 130.
crani.
L'ordine tenuto nella disposizione di essi
seguita quello della classificazione del Genere
umano in cinque razze principali adottata da
Blumenbach, ed esposta in varie sue opere(2),
e da me nel N° 23. dell' anno 1808. del Gior-
nale Pisano di Letterat. Scienze ed Arti – Un
estremo di questa serie formano i Neri, for-
mano l'altro i Calmucchi, costituendone il
centro il cranio eminentemente bello di una
Giorgiana.
Ma quai prove appoggiano l'autenticità di
questi crani? – e una tale collezione presenta
realmente qualche utilità, o si limita puramen-
te ad una nuova specie di lusso scientifico?
Ecco due ricerche, che ogni savio lettore
ha diritto di fare, ed alle quali desidero di re-
plicare prima di trattare in dettaglio di alcuni
[Seite 49] crani più rimarcabili, e dei distintivi nazionali
loro caratteri.
Primieramente ogni cranio è accompagnato
dalla lettera del corrispondente, in cui minuta-
mente si dettagliano il luogo di dove proviene,
i mezzi usati per procurarselo, il nome e pro-
cessione dell' individuo cui apparteneva, e la ma-
lattia di cui è perito. Nei casi nei quali non
sia stato possibile raccogliere tutte queste infor-
mazioni, trattandosi d'individui morti da lungo
tempo, e tale è il caso, per esempio, del cra-
nio di un antico Romano speditogli dal Cardinal
Borgia, vi sono unlte le riprove che attestano
la sua origine – oltre le suddette lettere, in
molti casi n'esiste la conferma nel confronto di
altri crani della stessa nazione ottenuti median-
et qualche altro Amico residente presso la me-
desima –. Oltre a ciò ogni cranio subisce il
paragone fra esso ed i ritratti della nazione, cui
appartiene, per la massima parte posseduti da
Blumenbach: questa riprova è ordinariamente
sì esatta e fedele, che vari anni sono è avve-
nuto, che un cranio di un individuo della raz-
za degli Esckimos paragonato con un ritratto di
una femmina della stessa nazione morta in Lon-
dra, e tosto spedito a Blumenbach da Banks, si
trovò corrispondere si precisamente nella gran-
dezza, forma, contorni, prominenze ec., che
l'uno pareva la copia dell' altro. – Il parallelo fi-
nalmente del cranio di una data nazione con la
descrizione, che Viaggiatori sagaci, ed accurati
[Seite 50] hanno presentata delle forme fisiche de' suoi In-
dividui – Fino a tanto che un cranio non ab-
bia rigorosamente corrisposto a tutte l'enunciate
riprove e confronti non viene collocato nella
serie, e nella determinata sua classe.
In quanto all'utilità di questa collezione di-
rò, che oltre i vantaggi che offre a comune con
tutte le altre collezioni di storia naturale, l'ac-
crescimento cioè delle fisiche cognizioni, ne pre-
senta di più alcuni ad essa esclusivamente pro-
prii, e questi sono
1° – Essa serve a confermare l'identità
(contrastata da alcuni) del Genere umano in
generale, e per mostrare che insensibili inter-
medie gradazioni nella varietà delle nazionali
forme fisiche riuniscono i due estremi dei Cal-
mucchi, e dei Neri.
2° –. A confermare la giustezza della clas-
sificazione del genere umano in cinque razze
principali adottata da Blumenbach.
3° – A mostrare come queste cinque
razze principali si confondono, e si disperdono,
quasi dirò, l'una nell' altra, verità che risulta
dall'esame dei crani, tanto dei Cosacchi, che dei
Mulatti.
4° – A confutare l'opinione di alcuni sulla
supposta rassomiglianza, e sulla parentela de-
dotta da essa, di alcuni popoli assai remoti fra
[Seite 51] loro; vale a dire fra gli antichi Egiziani ed i
Chinesi, fra questi e gli Ottentotti
(1).
5° E offre al contrario dei dati, che sem-
bra che appoggino e rendano probabile la deri-
vazione di alcuni popoli, ora ignoti, sui quali
incerte e confuse sono le idee dei Naturalisti,
come, per es. intorno agli antichi Guanchi abi-
tanti primarii delle Isole fortunate; sembra, cioè,
che possano questi essere derivati dal tronco li-
bico degl' antichi Egiziani. –
6° – Per assicurare la permanente diffor-
mità dei crani di alcune nazioni selvagge, dei
Caraibi, cioè, dei Choktahs ec. che questi con
fasciature e compressioni procurano ai loro bam-
bini; fatto recentemente messo in dubbio da
alcuni.
7° – A rendere ragione di alcuni fatti fisio-
logici propri ad alcune nazioni: così, per es.
le narici naturalmente assai vaste dei Neri, e
degl' Indiani dell' America settentrionale ci mo-
strano la causa del loro delicatissima odorato.
8° Ma eccomi finalmente pervenuto al van-
taggi più interessante, che ne ha tratto l'illu-
stre Blumenbach.
Dall'esame, cioè, di tutti i crani ch'ei pos-
siede, e di quei di tutti gli animali per ora
noti esso ha dedotto un carattere fisico distin-
tivo dell' umanità: questo consiste nella promi-
[Seite 52] nenza in fuori del mento, e nella direzione ret-
te dei denti incisivi inferiori, che ne risulta –
Giacche può appena assegnarsi agli animali un
mento, che possa stare in qualche confronto con
quello dell' uomo, ed è forse la debole promi-
nenza in fuori del mento di alcuni individui la
causa per cui nella forma totale del loro viso
essi hanno qualche rassomiglianza con quello
delle scimmie. – Presso molte nazioni delle
differenti razze i denti incisivi superiori hanno
una direzione più o meno obliqua, ma presso
tutte quelle finora conosciute verticale è quella
dei denti incisivi inferiori.
Dopo avere così esposte l'origine, l'iden-
tità, e l'utilità di questa collezione passo pre-
sentemente al dettaglio particolare d'alcuni cra-
ni più rimarcabili e caratteristici, che vi si os-
servano, seguendo l'ordine della classificazione
del Genere umano in cinque principali razze,
cioè:
Questi non solo è il più bello della colle-
zione, ma può servire di modello per la regola-
rità e l'armonia delle sue forme. Apparteneva ad
una giovine Giorgiana fatta prigioniera dai Russi
in una guerra fra essi ed i Turchi: trasferita a
Mosca vi perì di morte istantanea. – Il cele-
bre Hildebrandt, ivi Professore d'Anatomia, nel
farne la sezione, trovò sì eminentemente leggia-
dra la forma del suo cranio, che lo conservò,
e spedì in seguito, autenticato del proprio at-
testato, a Pietroburgo al Barone de Asch; questi
ne fè dono a Blumenbach. La giusta grandez-
za, la rotondità, le belle proporzioni, e l'estrema
bianchezza di questo cranio colpiscono tosto l'
attenzione dell' osservatore.
Ecco i suoi caratteri particolari. Forma del
cranio in generale rotondeggiante, in cui non si
riscontra alcun' asprezza o prominenza marcata:
fronte alquanto piana: leggermente compresso ver-
so gli ossi temporali: i zigomatici stretti, e di-
scendenti in basso, rivolti un poco all'indietro:
archi sopracigliari non prominenti, e riuniti in-
sensibilmente agli ossi nasali senza formare as-
prezza alcuna: bordo alveolare uniformemente ar-
cato: denti bellissimi e ben conservati: mento al-
quanto pieno, e leggiadramente rotondo. – V.
fig. I.
Preda dei Russi nella loro spedizione in Persia
nell' anno 1797. dono del Baron de Asch. Ele-
gante la forma generale, rotondo il cranio: leg-
giadramente convessa la fronte: alquanto aqui-
lino il naso: leggerissimamente elevate le apo-
fisi malari degli ossi massillari: bifido il mento.
Questo cranio rassomiglia molto nelle belle
sue forme al precedentemente descritto.
Apparteneva ad un soldato turco morto nel-
la presa d' Oczacof nel 1788.
Caratteri primarj – Forma globosa del cra-
nio in generale: occipite pochissimo marcato:
fronte spaziosa: fosse malari leggermente de-
presse: proporzioni eleganti e simetriche della
parte faciale in generale.
Inoltre – Quasi niuna protuberanza occipi-
tale esterna: condili occipitali grandi, e molto
arcati: apertura angusta delle narici: strettisi-
ma la porzione alveolare della mascella supe-
riore. –
Un altro teschio di turco che Blumenbach
possiede; i ritratti d'alcuni di essi di Hollar,
e di Chodowiecki; e la testimonianza di Ve-
salio (de Corpor. hum. fabric. pag. 23. 1555.)
provano essere la forma globulare del cranio un
carattere distintivo della nazione turca. –
Esso forma uno dei pregi più rari della col-
lezione.
Dono del Dott. Pataki, Medico a Coswar
nella Transilvania, unica provincia in Europa
ove siasi mantenuta inalterata la primigenia stir-
pe dei Zingari, ed ove pertanto più veri e
marcati siensi conservati i loro fisici caratteri
nazionali. –
Il teschio apparteneva ad un ladro fra i co-
sì detti zingari indigeni per distinguerli dai
zingari vaganti. – Egli era solito nell' estate
d'abitare i boschi vicini alla strada maestra per
assalire i viaggiatori, e di frequentare i mercati
con l'oggetto di derubare. – Preso nel 1791.
morì nelle carceri di Coswar.
Caratteri primarj. – Faccia allungata: fron-
te piccola e assai convessa: prominentissimi gli
archi sopracigliari verso il naso: le orbite molto
profonde: vastissime le aperture delle narici coi
turbinati medj distesi quasi in gran bolle: den-
ti grandi, e particolarmente vasti i molari; al-
quanto sporgenti in fuori le mascelle:
Inoltre – Quasi quadro il forame occipita-
le, i condili ad esso laterali assai convessi: mol-
to concavo il palato: larghissima la lamina oriz-
zontale degli ossi palatini. –
Forma generale elegante e bella.
[Seite 56]Caratteri primarj. – Osso frontale ampio e
leggermente convesso: – non protuberanti gli
archi ciliarj: gli ossi del naso nè aquilini, nè
compressi: l'ordine superiore dei denti per tutto
il suo giro alquanto prominente sull' inferiore
mento un poco sporgente in fuori – Inoltre –
Niuna protuberanza occipitale: notabilmente den-
sa la mascella inferiore nel luogo corrispondente
agli alveoli dei denti molari.
Interessantissimo per l'estrema sua antichità,
lo è di più sommamente al Fisiologo per il motivo
seguente. Tutto il cadavere, dono del Baronet-
to Banks, essiccato, e tuttora rivestito dei comu-
ni suoi integumenti prosciugatissimi, ed ade-
renti allo scheletro, e contenendo tuttora i vi-
sceri del capo, torace, e bassoventre, pesa so-
le sette libre e mezzo; nuova riprova quanto mi-
nori sieno le parti solide in paragone delle
fluide.
Suoi caratteri. – Vertice depresso: tube-
rosità all' occipite: fronte larga: bordo sopraci-
gliare dell' orbita assai protuberante verso il pro-
cesso malare: breve la porzione faciale compre-
sa fra la base del naso ed il mento: la curva
della mascella inferiore arcata più che elittica,
mente rotondo: non taglienti, ma ottuse, e qua-
si cilindriche le corone dei denti anteriori della
mascella inferiore, conformazione già osservata
da Blumenbach, e da altri in alcune Mummie
Egiziane: mancano i denti della mascella su-
periore. –
Caratteri primarj. – Cranio assai volumi-
noso, e di forma quasi rotonda: ossi zigomati-
ci prominenti: fossa malare piana: larga fron-
te, e mento alquanto prominente ed acuto.
Inoltre, volta palatina piuttosto piana: mol-
to grandi le fessure orbitali inferiori: somma-
mente differenti fra loro le fosse zigomatiche,
vastissima cioè la destra. V. fig. II.
Forma generale perfettamente mongolica,
cioè faccia piatta: targhi e grandi gli ossi zi-
gomatici, fronte compressa: larghe assai le aper-
ture delle narici. – L'occipite sommamente pro-
minente all' indietro in maniera che le sue pro-
tuberanze si osservano distanti nove pollici in-
glesi dai denti incisivi superiori.
Inoltre – Incavata la parte media ed infe-
riore dell' osso frontale nel punto ove si unisce
agli ossi del naso: estremamente dilatati i pro-
cessi pterigoidei esterni. –
Caratteri primarj. – Parte faciale piana:
[Seite 58] vertice depresso: ossi nasali piccolissimi, e quasi
perpendicolarmente discendenti: appena rimar-
cabili gli archi sopracigliari: piccolissime le aper-
ture delle narici; sommamente piane le fosse
malari.
Inoltre angusto il forame occipitale: piani
i suoi condili laterali: esilissimi i processi ma-
stoidei.
Cranio assai voluminoso, i di cui ossi un
poco prolungati verso l'occipite, sono però assai
leggeri e sottili in proporzione del loro volu-
me. – L'osso frontale un poco prominente lon-
gitudinalmente verso la sua metà: grandi le or-
bite, lunghi e stretti gli ossi del naso: mento di-
retto alquanto in fuori. –
Forma generale molto rassomigliante a quel-
lo del cranio precedente, e partecipando nelle
sue forme generali della razza mongolica e dell'
americana, onde può considerarsi quasi una gra-
dazione intermedia per passare dall'una all'altra.
Caratteri generali – Parte faciale piana:
mento acuminato, e prominente: protuberante
l'occipite –
Inoltre – ossi unguis strettissimi, quasi li-
neari, e sottilissimi: le corone dei denti quasi
affatto consumate. –
Caratteri generali. – Mascella superiore
prominente sull' inferiore: apertura delle narici
vastissima: ossi del naso larghi. – Palato e
lembo alveolare piuttosto stretto: mascella infe-
riore bassa e depressa: mento rotondo. V. fig. III.
Caratteri primarj. – Forma generale pic-
cola e depressa alquanto del cranio, compresso
ai lati, meno peraltro che nei veri Etiopi, pro-
lungato posteriormente all' occipite: prominenti
un poco le tuberosità frontali: fronte discenden-
te quasi verticalmente: strette le ossa del naso,
ed anguste intieramente le narici: piccoli i tur-
binati: il processo malare degli ossi masillari
sporgente in fuori e quasi uncinato: mento acu-
tissimo stretto e prominente: quasi affatto con-
sumate le corone de' denti, massime degl'incisivi
superiori.
Inoltre. – Sottilissime e quasi pellucide le
ossa superiori del cranio, cioè i sincipiti, l'osso
frontale, e la parte squammosa dei temporali:
assorbita la porzione massillare e sfenoidale dell'
orbita sinistra a segno che nella sua parte ester-
na presenta un gran numero di fori sufficiente-
mente grandi.
Dono del Professore Michaelis.
Caratteri primarj. – Vertice depresso lar-
go e protuberante alle parti laterali superiormen-
te alle temple: ossi zigomatici alquanto protu-
beranti: aperture nasali vastissime in maniera
che i turbinati medj sono dilatati quasi a guisa
di bolle, e che assai ampj sono i seni Santo-
riani.
Inoltre. – Brevissimi ed acutissimi i denti
incisivi: si osserva conservata la sutura fronta-
le: molto sottili in generale gli ossi del cra-
nio, onde questi leggerissimo.
La preternaturale, e quasi mostruosa de-
pressione di questo cranio, e di un altro di un
uomo della stessa Isola, prova la violenta e
protratta compressione esercitata nei medesimi
tanto sulla fronte quanto sulla nuca, e confer-
ma così ciò che i Viaggiatori(1) ci avevano
descritto intorno all' uso di questa Nazione di
comprimere con fasce il cranio dei loro piccoli
[Seite 61] feti, confutando l'opinione in contrario di Cam-
peer e d'altri.
Dono del celebre Alessandro Humboldt.
Nella sua struttura generale si approssima
alla razza Mongolica più che a quella dell' Etio-
pica. Gli ossi zigomatici non sono però nè si
piatti e prominenti come in quella, nè sì larghi
come in questa, da cui differisce pur molto nel-
la larghezza della mascella inferiore. – La fronte
declinata assai all' indietro è divisa per metà da
una linea più elevata: vastissime le aperture e
le cavità delle narici, angustissime viceversa
le orbite. – Sommamente compatti e duri in
generale gli ossi del cranio.
Dono del Dott. de Mello Franco, Medico alla
Corte di Portogallo.
Questa testa offre molto maggior interesse,
giacche oltre le sue forme ossee nazionali con-
serva tuttora le sue parti già molli, e la cute
eccellentemente preparata, e del naturale suo co-
lore di bronzo scuro proprio agli abitanti del
Brasile.
Mancano quasi intieramente i capelli verso
il vertice della testa, al vertice precisamente
se ne osservano alcuni pochi, più lunghi verso
gli orecchi, generalmente nerissimi, e alquanto
rigidi.
Qualche traccia di barba al labro superiore,
ed al mento.
Ripiene le orbite e la bocca di una sostan-
za bituminosa, che serve pure a tenere ferma-
mente collegate insieme le palpebre; queste so-
no imitate da due sottili porzioni d'osso, pa-
rallele fra loro, e formate dai denti di Savia
capybara.
Vari altri ornamenti, che qui è superfluo
esporre, si osservano agli orecchi, ed alla fron-
te – Forma generale depressa, e quasi roton-
da, con ciò confermante la descrizione del Ca-
valiere Pinto, da cui resulta che la faccia degli
abitanti del Brasile è la più distante dalla for-
ma ovale forse di qualunque nazione conosciuta.
V. fig. IV.
Assai protuberanti gli ossi parietali verso il
loro centro: la mascella superiore alquanto pro-
minente: – sommamente tumidi gli archi so-
pracigliari. V. fig. V.
Caratteri primarj – Forma totale molto ras-
somigliante a quella del precedente, solo che i
parietali non sono sì prominenti. La mascella
superiore esternamente piana nella sua porzione
anteriore.
Inoltre – In luogo degli ossi unguis una
fissura esilissima e quasi lineare. – Serrato,
e ristretto l'alveolo del dente incisivo superiore
medio destro, resultante dall'uso superstizioso,
proprio di una gran parte degli abitanti della
nuova Olanda, d'estrarre questo dente ai loro
bambini. –
Dono del benemerito giovine Naturalista
Langsdorff, compagno del Capitano de Krusenstern
nel suo Viaggio intorno al mondo, fatto per or-
dine di S. M. l'Imperatore di Moscovia; e acqui-
stato da esso a Nukahiwah una delle principali
Isole Marchesi.
Rassomigliante in qualche parte al cranio
dell' abitante d' Otaihiti già descritto, ma di esso
però molto più elegante e ben conformato, più
compresso cioè ai lati, di una bella forma arcata
al vertice, non tanto prominenti i parietali, e
meno elevato l'arco sopracigliare alla sua unione
al naso.
Ecco i crani di questa collezione che a pa-
rer mio, maggiormente possono interessare la
tua attenzione, illustre amico, e che più deci-
samente caratterizzano la classificazione del Ge-
nere umano in cinque razze principali proposta
da Blumenbach.
Possa la mia descrizione influire ad accresce-
re la tua stima per questo sommo Naturalista, il
quale se colle numerose ed eruditissime sue ope-
re, e co' suoi vasti talenti si è attirata l'ammira-
zione d'ogni coltivatore delle fisiche scienze, si
guadagna mediante l'istruttiva sua società, le
affabili maniere, e la franchezza ed amabilità
del suo carattere l'affetto il più verace ed inal-
terabile di chiunque personalmente lo conosce.
Osservazioni comparative di Me-
dicina pratica Pag. 3.
Descrizione del Gabinetto Antro-
polonico del Prof.
Blumenbach
43.
Storia d'una Febbre intermittente
perniciosa subcruenta 71.
Rapido sguardo sullo stato presente
scientifico e letterario della
Germania 79.
Storia d' un Idrotorace con can-
giamento della situazione natu-
rale del cuore 203.
Annunzio dell' opera del Sig. Prof.
de Matthaeis sui medicamenti 211.
Dissertatio critica de hominibus orbis nostri incolis, spe-
cie et orto avito inter se non differentibus – Hamburg
1721.
Fra questi Blumenbach professa la maggior riconoscen-
za ai due amici suoi, il Baronetto Bancks Presidente
della Real Società di Londra, ed il Barone de Asch, re-
centemente morto.
V. ‘„Beyträge zur Naturgeschichte
Abbildungen naturhistorischer Gegenstände
Handbuch der Naturgeschichte
Institutiones physiologicae.’
Di tale opinione sono stati Mairan, e de Guignes.
V. K. Sprengel. – Versuch einer pragmatischen Geschichte
der Arzneikunde. Tom. I. pag. 250.